Alto Adige: paradiso per salitomani!

schott

Pignone
4 Settembre 2013
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terni
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colnago
con un pò di sana invidia dico che vivete in un paradiso;pensa che in inverno quando non vado in bici scio sia discesa che fondo quindi capirai perchè dico che siete in paradiso
 

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Scapin Dyapason
Non è tra le salite più dure, ma si fa "apprezzare" anche lei.

Ormai lo sapete: il mio ciclismo vuole che dopo lo sforzo, la mia fatica venga premiata con una mega Coca e una strudel.
Ma gli anni passano, e con loro la forma:cry:
Quest'anno poi non ne parliamo....sono proprio 'na chiavica.
Mi riaggancio al thread relativo alla frazioncina di Pavicolo, perchè da tempo mi frullava nella testa di raggiungere la malga Bärenbad (Bagni dell'Orso), raggiungibile da Pavicolo su una strada forestale sterrata.
La mia condizione attuale avrebbe vivamente sconsigliato questa "impresa", ma per fortuna (o sfortuna) sono una testa dura.
Ieri, alle 15.30 sono in sella. Dopo una 15ina di Km raggiungo la Lana, dove inizia la salita. Inizialmente è quella della Val d'Ultimo, sempre troppo trafficata, per i miei gusti; intendiamoci, non è Milano nelle ore di punta, ma comunque tra pendolari,artigiani con i loro furgoni (che hanno sempre fretta e ti fanno il pelo) turisti e motociclisti è abbastanza fastidioso.
Poi, finalmente la stradina che porta a Pavicolo, di cui vi rimando alla descrizione del post quotato. Qui ho selezionato la la parte dove dice "non è tra le più dure"....beh,deve essere passato qualche annetto, perchè ieri l'ho trovata veramente dura, tanto che ho dovuto mettere il piede a terra un paio di volte. http://www.salite.ch/pavicolo.asp?Mappa=
Raggiungo Pavicolo, da cui si gode una vista verso Bolzano (distante una ventina di km in linea d'aria). Sono a secco di acqua e non c'è una fontana. Chiedo ad una anziana contadina se ne avesse un po', ma questa non mi sente (o fa finta) si gira e candidamente se ne rientra in casa.
Probabilmente ero così stravoltp da giudicarmi "poco raccomandabile). Nel frattempo sono le 17:45, e la tentazione di tornare è fortissima. Ma, càspita, sono arrivato fin qua, e già ci ero stato un paio di volte, e rinuncio al tratto inedito, e soprattutto allo strudel??? Giammai!!
Proseguo lungo un breve tratto asfaltato, sempre con pendenza a doppia cifra, e inizia la forestale. Il fondo sterrato è buono, ma le pioggie hanno creato dei solchi che mi costringono a continui zig-zag. Ora sto grattando il fondo del serbatoio e sono proprio cotto. Ed eccola finalmente: la Bärenbad Alm! Non ci sono più viandanti e sono l'unico cliente. La signora non è delle più simpatiche, e mi dice che lo strudel è finito. Vabbe, prendo una Linzer Torte con Mega Coca. Mi siedo fuori e ammiro il panorama tra il silenzio rotto solo dai campanacci delle mucche. Vengo servito dal marito, che appena vede la bici da corsa rimane a bocca aperta:"MTB tante, ma è la prima volta che vedo una bdc quassù" Una piccola soddisfazione personale. Il primo sorso di Coca ne porta il livello a metà bicchiere.
La torta non è un granchè, infatti ne cedo un terzo al bellissimo Golden Retriver malgaro, che con gli occhioni mi guardava goloso.
Pago e faccio qualche foto di rito. Poi guardo l'ora: le 19:00 ...devo darmi una mossa! anche perchè la discesa è ripida, la strada stretta e non posso fare grandi velocità.
Insomma alla fine arrivo a casa alle 20:20.
Cotto ma felice.....con i muscoli che minacciano crampi ad ogni movimento.
Minaccia rimasta tale, per fortunao-o
 
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faberfortunae

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sempre una in meno...
Ormai lo sapete: il mio ciclismo vuole che dopo lo sforzo, la mia fatica venga premiata con una mega Coca e una strudel.
Ma gli anni passano, e con loro la forma:cry:
Quest'anno poi non ne parliamo....sono proprio 'na chiavica.
Mi riaggancio al thread relativo alla frazioncina di Pavicolo, perchè da tempo mi frullava nella testa di raggiungere la malga Bärenbad (Bagni dell'Orso), raggiungibile da Pavicolo su una strada forestale sterrata.
La mia condizione attuale avrebbe vivamente sconsigliato questa "impresa", ma per fortuna (o sfortuna) sono una testa dura.
Ieri, alle 15.30 sono in sella. Dopo una 15ina di Km raggiungo la Lana, dove inizia la salita. Inizialmente è quella della Val d'Ultimo, sempre troppo trafficata, per i miei gusti; intendiamoci, non è Milano nelle ore di punta, ma comunque tra pendolari,artigiani con i loro furgoni (che hanno sempre fretta e ti fanno il pelo) turisti e motociclisti è abbastanza fastidioso.
Poi, finalmente la stradina che porta a Pavicolo, di cui vi rimando alla descrizione del post quotato. Qui ho selezionato la la parte dove dice "non è tra le più dure"....beh,deve essere passato qualche annetto, perchè ieri l'ho trovata veramente dura, tanto che ho dovuto mettere il piede a terra un paio di volte. http://www.salite.ch/pavicolo.asp?Mappa=
Raggiungo Pavicolo, da cui si gode una vista verso Bolzano (distante una ventina di km in linea d'aria). Sono a secco di acqua e non c'è una fontana. Chiedo ad una anziana contadina se ne avesse un po', ma questa non mi sente (o fa finta) si gira e candidamente se ne rientra in casa.
Probabilmente ero così stravoltp da giudicarmi "poco raccomandabile). Nel frattempo sono le 17:45, e la tentazione di tornare è fortissima. Ma, càspita, sono arrivato fin qua, e già ci ero stato un paio di volte, e rinuncio al tratto inedito, e soprattutto allo strudel??? Giammai!!
Proseguo lungo un breve tratto asfaltato, sempre con pendenza a doppia cifra, e inizia la forestale. Il fondo sterrato è buono, ma le pioggie hanno creato dei solchi che mi costringono a continui zig-zag. Ora sto grattando il fondo del serbatoio e sono proprio cotto. Ed eccola finalmente: la Bärenbad Alm! Non ci sono più viandanti e sono l'unico cliente. La signora non è delle più simpatiche, e mi dice che lo strudel è finito. Vabbe, prendo una Linzer Torte con Mega Coca. Mi siedo fuori e ammiro il panorama tra il silenzio rotto solo dai campanacci delle mucche. Vengo servito dal marito, che appena vede la bici da corsa rimane a bocca aperta:"MTB tante, ma è la prima volta che vedo una bdc quassù" Una piccola soddisfazione personale. Il primo sorso di Coca ne porta il livello a metà bicchiere.
La torta non è un granchè, infatti ne cedo un terzo al bellissimo Golden Retriver malgaro, che con gli occhioni mi guardava goloso.
Pago e faccio qualche foto di rito. Poi guardo l'ora: le 19:00 ...devo darmi una mossa! anche perchè la discesa è ripida, la strada stretta e non posso fare grandi velocità.
Insomma alla fine arrivo a casa alle 20:20.
Cotto ma felice.....con i muscoli che minacciano crampi ad ogni movimento.
Minaccia rimasta tale, per fortunao-o

Che bello, grazie!
 

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Scapin Dyapason
Molti bolzanini non sanno neppure dov'é Montoppio (in tedesco Nobls). Quasi tutti però conoscono il Salto. Ma andiamo per ordine. Montoppio è la zona a Ovest di san Genesio, subito sopra l'abitato di Cologna. Il Salto (Salten) Invece è lo splendido altipiano sopra San Genesio, conosciuto soprattutto per le passeggiate facili, in un contesto paesaggistico unico. La strada sterrata che porta fino a Lavenna (Langfenn) il fine settimana è frequentatissima da escursionisti e famiglie, dato che è praticamente pianeggiante. E in quell'occasione anche i MTBiker sono malvisti, e a mio parere giustamente.
Quindi è da un sacco di tempo che non la percorrevo, con un po' di nostalgia.
E ieri è scattata la "pazzia". Perchè non percorrerla in bici da corsa? Il fondo sterrato è buono, e lo facevano pure ai tempi di Coppi e Bartali. E che?!... siamo regrediti come materiali? Se resistevano le bici di allora, a maggior ragione devono tenere le nostre!
Ma la "pazzia" non è tale, se si fanno le cose facili. Era da tempo che pensavo di salire verso San Genesio in bdc per la vecchia strada, per intenderci, quella che inizia appena passato il ponticello, subito dopo l'inizio della salita della strada nuova,. L'avevo percorsa spesso in MTB e sapevo che era "cattiva" e il cartello del 22% all'inizio lo ribadisce. Ma ero convinto che con il 34x28 avrei dovuto farcela. Invece, dopo poche centinaia di metri il mio inclinometro (piuttosto preciso) segna 27%. Resisto ancora per qualche decina di metri, ma poi niente da fare, devo scendere e spingere per qualche centinaio di metri fino a che la pendenza ritorna ad un "umano" 18%. Attraverso l'abitato di San Giorgio, e dopo mi ricollego alla nuova strada di San Genesio. Qui svolto a sinistra e torno verso Bolzano per 1,2 km, fino al bivio a destra per Cologna (Glaning). Ecco, dopo la parentesi masochistisca di San Giorgio (evitabile, se si percorre fino a qui la strada normale di San Genesio) da qui inizia il vero giro che avevo in mente.
Non c'è traffico; il sole del pomeriggio è piacevole, scalda, ma non troppo.
Raggiungo Cologna, proseguo verso il Noafer e inizio a risalire verso Rumsein. Da qui vedo casa mia dall'alto. Mi fermo spesso, ma non per la stanchezza, ma per assaporare l'aria frizzantina e i colori dei prati e del bosco, e per fare qualche foto. Proseguo fino a Cologna di Sopra e da qui, sempre tra prati e boschi, raggiungo le "Terre di Montoppio". Qui c'é il bivio per chi non volesse fare lo sterrato del Salto; svoltando a destra infatti, dopo ca 3,5 km, si raggiunge San Genesio e proseguire per Avigna (..o tornare a Bolzano). Non è il mio caso; io svolto a sinistra e continuo a salire fino al Locher (dove ci sarebbe un ottimo strudel), ma non ho tempo. Subito dopo questa trattoria, si svolta a destra, e si sale lungo la strada asfaltata, realizzata da qualche anno, che porta direttamente sul Salto a quota 1450. Fine della salita...e della strada asfaltata. La stradina sterrata è molto meglio di come la ricordassi ed è percorribilissima in bici da corsa. In totale sono ca 5km di sterrato. Mi piace l'idea di essere uno dei pochissimi, e forse l'unico, che la sta facendo in bici da corsa. Sono le 18.15 e non c'é nessuno in giro. MAGICO. Proseguo lentamente, ma non per il fondo stradale, ma per allungare il piú possibile "il momento". Un anziano contadino, incredulo per la bici da corsa, mi offre un bicchiere di vino, che non posso rifiutare. Due chiacchiere e via.
Raggiungo l'antica chiesetta di Lavenna alle 18.45 e da qui il parcheggio e la strada asfaltata (sigh). Ci sono solo 7° e devo indossare tutto quello che ho, d'altronde sono le 18.50 e sono a 1450m. Accendo le lucette e mi fiondo in discesa verso Meltina e poi verso casa, che raggiungerò alle 19.30...quasi con il buio.
Vi consiglio vivamente di fare questo giro, ma in bici da corsa. Non fate i "fighetti", col terrore di rovinare le ruotine in carbonio (al limite sostituitele). Ma possibilmente durante la settimana e nel pomeriggio, quando la luce del sole, è più intensa.

In allegato: la piantina del Giro e qualche foto. N.b. lo sterrato non è come appare in una delle foto, ma molto meglio

Eccomi, di nuovo ad annoiarvi con le mie emozioni: sono però emozioni "vere" che mi "prendono" non poco. Sono purtroppo rare (per me) le giornate come queste.
Ieri, partendo alle 16:50 da casa ho ripercorso il giro descritto nel quote.
Faticando di più (meno allenamento e 6 anni in più sul groppone rispetto ad allora), ma le stesse emozioni, anzi ampflificate dal fatto di esserci arrivato e ripudiando "i continui sussurri del diavoletto del ciclista", che mi diceva:"stai soffrendo, sei cotto, gira la bici e torna indietro". Vade retro, Satanasso!!! Metro dopo metro, procedo ad una velocità tra l'andare a piedi e il surplace.
Poi, però, una volta raggiunta quota 1000, l'aria è frizzantina, la strada è quasi sempre in ombra, mi carburo e trovo energie inaspettate.
Ribadisco che il tratto sterrato del Salto (san Genesio) ha un fascino unico, specie percorse alle ore del tramonto. Ma solo se si percorre in bici da corsa. In MTB è troppo scontato.
Per il resto la descrizione ricalca quella del quote (tranne per il vecchio contadino con il vino, che stavolta non c'era) e per il tratto iniziale con la pendenza sinceramente eccessiva, che ho ovviamente evitato.
In località Lavenna (langfenn) il termometro segna 14.8°, freschetto per essere in agosto.
Se volete avere un'idea del posto, qui c'é un Album dedicato: http://foto.bdc-forum.it/showalbum.php?id=17973
 
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Scapin Dyapason
Eliminate le foto storte e creato un album, che se vi interessa è qui:
http://foto.bdc-forum.it/showalbum.php?id=17971

...e questa l'ho scattata stamattina alle 7:10, mentre mi recavo al lavoro.
http://foto.bdc-forum.it/viewphoto.php?id=418182
Mi sono portato appositamente il binocolo per accertarmi che si trattasse veramente della Bärenbad.
Non ci avevo mai fatto caso del fatto che fosse visibile da casa mia, e me ne sono reso conto una volta lassù che vedevo il mio paesello, quindi anche al contrario.
Anche se vista così, non sembra tanto impegnativa, fatta in bici lo è!! Inoltre non sembra neppure che si trovi a 1.700 m, perché le montagne dietro del gruppo del Tessa, la sovrastano (quelle peró sono quasi dei 3000 m).
 
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uako62

Pignone
5 Giugno 2014
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wilier gtr team
Vedere questi posti mi fa venire una gran voglia di pedalare, cosa che ultimamente mi manca un po'. Meno male che la prima settimana di settembre sarò in Trentino in vacanza così spero di rifarmi. Sicuramente anche senza pedalare me la godrò comunque come oramai faccio da decenni.......in posti così l'anima ed il fisico si rigenerano alla velocità della luce.
 

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Credo di aver percorso quasi tutte le salite nei dintorni di Bolzano. Molte delle quali portavano solo ad un maso, e mi costringevano a girare la bici e tornare indietro.
Da molto tempo però mi incuriosiva un ponte di legno che tra Campodazzo e Ponte Gardena, attraversa il fiume Isarco. Vicino ad esso c'è una costruzione il legno, che ricorda che lì, tanti decenni (negli anni '30) fa c'era una stazione del treno, dove scendevano i passeggeri, per raggiungere Castelrotto e Siusi -già all'epoca rinomati centri turistici- con le carrozze con i cavalli. Quindi una strada ci deve essere! Circa 400 m (di dislivello sopra) c'é Sant'Osvaldo, frazioncina di Castelrotto, che conosco avendola fatta un paio di volte.
Nessuna cartina, ne' GoogleMaps indica una strada che sale da quel ponte. Ingrandendo Maps, si vede la strada che supera l'autostrada con un ponte, raggiunge un maso e pare finire lí. L'amico [MENTION=38463]ANDY MAN[/MENTION], però pare l'abbia percorsa, anche se non ho capito se è proprio quella, dato che anche da Ponte Gardena si può raggiungere Sant'Osvaldo. L'unica è verificare di persona. FINE PREMESSA.
Ieri non era in programma un'uscita in bici. Infatti passata la mattina a caxxeggiare (annoiandomi con la compagna...che spero non legga il forum:mrgreen:), il pomeriggio a ricaxxeggiare...alle 16:00 evidentemente nota che ero nervoso (e annoiato) e mi dice:"visto che domani, e dopodomani pioverà, perché non vai a farti un giro in bici?" come dire: piuttosto che averti tra le scatole così, è meglio che tagli l'angolo". Le previsioni meteo le ha azzeccate (non era difficile), ma anche il meteo di ieri promeriggio minacciva pioggia da un momento all'altro. "vai, e ci sentiamo stasera, per cena".
Non me lo faccio ripetere 2 volte, mi fiondo a casa mi cambio e alle 16:55 in punto parto. Faccio due rapidi conti: fino al ponte di legno sono circa 30 km, poi la salita fino a siusi ca. 9 km (sicuramente duri) e da Siusi a casa/Settequerce ca 35. Quindi 70/75 km, da fare in 3 ore ca. Ce la faró? In teoria sí, ma la teoria non tiene conto degli imprevisti....
Comunque sono determinato a provarci, e questo mi dà molta gioia, perché temevo di essere entrato in una fase pessimista, in cui è più facile rinunciare, che osare. Fino a Bolzano c'è un fortissimo vento contro, ma sono "fresco" e proseguo bene. Attraverso la città e infilo la Val d'Isarco. Il vento qui è a favore, e mi spinge bene. Il cielo è cupo, il vento fortissimo e di ciclisti in giro ce ne sono pochi, soprattutto dopo Cardano, non ce ne sono proprio. La ciclabile è tutta mia. A tratti il vento è matto, e soffia lateralmente e qualche raffica anche contro. Io però ho un solo obbiettivo: quello di raggiungere il famigerato ponte di legno, e lì valutare se sono in orario per salire fino a Siusi o meno. Ci arrivo alle 18:15 e penso che se dovessi ritornare da dove sono venuto avrei un ventaccio contro. C'é un divieto di transito, e lo sapevo, ma una bici in genere è tollerata. Ma oltre al cartello di divieto c'é pure un'ordinanza comunale che sancisce il divieto di transito anche per i pedoni , per via di lavori in corso. Ma è un giorno festivo, mica lavoreranno?! Quindi, Via, si prova! Attraverso il ponte di legno e subito la strada sale al 13% fino al ponte sopra l'autostrada. poi scende leggermente. Penso:" e se salgo per un bel pezzo, e poi la strada è chiusa in modo "ermetico"??
Meglio non pensarci. Arrivo ad un maso; da lì la strada inizia a salire in maniera decisa, molto decisa, quasi troppo decisa. Il mio computer, che già da un po' indicava 11-12%, oraè fisso sul 13%, poi vedo un 14 e un 15%. Le mie gambe iniziano a mostrare i primi segni di resa. Ma, stoico, continuo zigzagando.
Ad un certo punto raggiungo il punto in cui ci sono i lavori in corso, ma non vedo sbarramenti e continuo, anche se la voglia di mettere il piede a terra è fortissima. Sento un uomo gridare, e mi dico:" eccolo qua, ora mi fa ritornare". Invece è un contadino, che osservandomi mi fa il segno col pollice in alto. Questo mi da' morale, e accelero contrastando la mia voglia di fare una pausa. Ma è veramante dura. Poi la stradina "improvvisamente", e come pensavo, si congiunge a quella che sale da Ponte Gardena e che conosco. E quindi so che fino a Sant'Osvaldo ci sono ancora un paio di km belli duri. Infatti raggiungo questa amena località, in cui risiede il cantante dei Kastelruther Spatzen:mrgreen:(https://it.wikipedia.org/wiki/Kastelruther_Spatzen), e da lì proseguo fino a Siusi. Pensavo che la salita dura fosse finita, invece ci sono ancora della rampe, non proprio corte, spaccagambe. Ma le mie più di cosí non si potevano spaccare. Finalmente raggiungo Siusi alle 19.10. Il cielo è sempre più minaccioso, il vento sempre forte e senza fermarmi nemmeno per una barretta, parto in direzione Fiè. Nonostante alcuni tratti in leggera discesa devo pedalare per procedere. Poi da Fiè finalemente la discesa "vera", che mi porta a Prato Isarco. Da qui di nuovo in ciclabile verso casa, con un ventaccio contro, che mi fa venir voglia di gettare la bici nel fiume Isarco. Ma sono euforico, per avercela fatta -più o meno- stando nei tempi e raggiungo casa alle 20:00 in punto.
Appena rientrato mi chiama la compagna "adirata" perchè non mi sono fatto sentire per l'ora di cena.
Tssss, ...'ste donne, pensano che un ciclista amatoriale in astinenza ciclistica si accontenti di un giretto di un paio di orette, quando ha da tempo in testa, di andare a scoprire dove porta "quella" o "quell'altra" strada.
Ho cenato a casa mia con un panino e una birra. Il panino più buono di sempreo-oo-o
Alla fine 78 km e un millino di dislivello. Non male per una giornata passata per gran parte in modo piuttosto monotono
 

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Damiano

Apprendista Passista
30 Maggio 2006
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Credo di aver percorso quasi tutte le salite nei dintorni di Bolzano. Molte delle quali portavano solo ad un maso, e mi costringevano a girare la bici e tornare indietro.
Da molto tempo però mi incuriosiva un ponte di legno che tra Campodazzo e Ponte Gardena, attraversa il fiume Isarco. Vicino ad esso c'è una costruzione il legno, che ricorda che lì, tanti decenni (negli anni '30) fa c'era una stazione del treno, dove scendevano i passeggeri, per raggiungere Castelrotto e Siusi -già all'epoca rinomati centri turistici- con le carrozze con i cavalli. Quindi una strada ci deve essere! Circa 400 m (di dislivello sopra) c'é Sant'Osvaldo, frazioncina di Castelrotto, che conosco avendola fatta un paio di volte.
Nessuna cartina, ne' GoogleMaps indica una strada che sale da quel ponte. Ingrandendo Maps, si vede la strada che supera l'autostrada con un ponte, raggiunge un maso e pare finire lí. L'amico [MENTION=38463]ANDY MAN[/MENTION], però pare l'abbia percorsa, anche se non ho capito se è proprio quella, dato che anche da Ponte Gardena si può raggiungere Sant'Osvaldo. L'unica è verificare di persona. FINE PREMESSA.
Ieri non era in programma un'uscita in bici. Infatti passata la mattina a caxxeggiare (annoiandomi con la compagna...che spero non legga il forum:mrgreen:), il pomeriggio a ricaxxeggiare...alle 16:00 evidentemente nota che ero nervoso (e annoiato) e mi dice:"visto che domani, e dopodomani pioverà, perché non vai a farti un giro in bici?" come dire: piuttosto che averti tra le scatole così, è meglio che tagli l'angolo". Le previsioni meteo le ha azzeccate (non era difficile), ma anche il meteo di ieri promeriggio minacciva pioggia da un momento all'altro. "vai, e ci sentiamo stasera, per cena".
Non me lo faccio ripetere 2 volte, mi fiondo a casa mi cambio e alle 16:55 in punto parto. Faccio due rapidi conti: fino al ponte di legno sono circa 30 km, poi la salita fino a siusi ca. 9 km (sicuramente duri) e da Siusi a casa/Settequerce ca 35. Quindi 70/75 km, da fare in 3 ore ca. Ce la faró? In teoria sí, ma la teoria non tiene conto degli imprevisti....
Comunque sono determinato a provarci, e questo mi dà molta gioia, perché temevo di essere entrato in una fase pessimista, in cui è più facile rinunciare, che osare. Fino a Bolzano c'è un fortissimo vendo contro, ma sono "fresco" e proseguo bene. Attraverso la città e infilo la Val d'Isarco. Il vento qui è a favore, e mi spinge bene. Il cielo è cupo, il vento fortissimo e di ciclisti in giro ce ne sono pochi, soprattutto dopo Cardano, non ce ne sono proprio. La ciclabile è tutta mia. A tratti il vento è matto, e soffia lateralmente e qualche raffica anche contro. Io però ho un solo obbiettivo: quello di raggiungere il famigerato ponte di legno, e lì valutare se sono in orario per salire fino a Siusi o meno. Ci arrivo alle 18:15 e penso che se dovessi ritornare da dove sono venuto avrei un ventaccio contro. C'é un divieto di transito, e lo sapevo, ma una bici in genere è tollerata. Ma oltre al cartello di divieto c'é pure un'ordinanza comunale che sancisce il divieto di transito anche per i pedoni , per via di lavori in corso. Ma è un giorno festivo, mica lavoreranno?! Quindi, Via, si prova! Attraverso il ponte di legno e subito la strada sale al 13% fino al ponte sopra l'autostrada. poi scende leggermente. Penso:" e se salgo per un bel pezzo, e poi la strada è chiusa in modo "ermetico"??
Meglio non pensarci. Arrivo ad un maso; da lì la strada inizia a salire in maniera decisa, molto decisa, quasi troppo decisa. Il mio computer, che già da un po' indicava 11-12%, oraè fisso sul 13%, poi vedo un 14 e un 15%. Le mie gambe iniziano a mostrare i primi segni di resa. Ma, stoico, continuo zigzagando.
Ad un certo punto raggiungo il punto in cui ci sono i lavori in corso, ma non vedo sbarramenti e continuo, anche se la voglia di mettere il piede a terra è fortissima. Sento un uomo gridare, e mi dico:" eccolo qua, ora mi fa ritornare". Invece è un contadino, che osservandomi mi fa il segno col pollice in alto. Questo mi da' morale, e accelero contrastando la mia voglia di fare una pausa. Ma è veramante dura. Poi la stradina "improvvisamente", e come pensavo, si congiunge a quella che sale da Ponte Gardena e che conosco. E quindo so che fino a Sant'Osvaldo ci sono ancora un paio di km belli duri. Infatti raggiungo questa amena località, in cui risiede il cantante dei Kastelruther Spatzen:mrgreen:(https://it.wikipedia.org/wiki/Kastelruther_Spatzen), e da lì proseguo fino a Siusi. Pensavo che la salita dura fosse finita, invece ci sono ancora della rampe, non proprio corte, spaccagambe. Ma le mie più di cosí non si potevano spaccare. Finalmente raggiungo Siusi alle 19.10. Il cielo è sempre più minaccioso, il vento sempre forte e senza fermarmi nemmeno per una barretta, parto in direzione Fiè. Nonostante alcuni tratti in leggera discesa devo pedalare per procedere. Poi da Fiè finalemente la discesa "vera", che mi porta a Prato Isarco. Da qui di nuovo in ciclabile verso casa, con un ventaccio contro, che mi fa venir voglia di gettare la bici nel fiume Isarco. Ma sono euforico, per avercela fatta -più o meno- stando nei tempi e raggiungo casa alle 20:00 in punto.
Appena rientrato mi chiama la compagna "adirata" perchè non mi sono fatto sentire per l'ora di cena.
Tssss, ...'ste donne, pensano che un ciclista amatoriale in astinenza ciclistica si accontenti di un giretto di un paio di orette, quando ha da tempo in testa, di andare a scoprire dove porta "quella" o "quell'altra" strada.
Ho cenato a casa mia con un panino e una birra. Il panino più buono di sempreo-oo-o
Alla fine 78 km e un millino di dislivello. Non male per una giornata passata per gran parte in modo piuttosto monotono

Se legge tua morosa il forum sei spacciato! Grande resoconto
 

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Scapin Dyapason
Grande Claus, hai un bel coraggio a buttarti così! Ti piace azzardare, io che sono più calcolatore avrei sicuramente optato per qualcosa di meno "rischioso"

è proprio questo che mi "gasa"! Se avessi pensato:"ormai tardi per fare quel giro, che tra l'altro non conosco" oppure "meglio stare nei paraggi, se mai iniziasse a piovere", e avessi fatto il solito Giro delle Fiandre, o Merano, sarebbe stato meglio di niente, ma sarei soddisfatto a metào-o
 

pantanina.64

Apprendista Scalatore
29 Aprile 2014
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spezzotto
[MENTION=10802]rapportoagile[/MENTION] è stato un piacere leggere il tuo racconto. Anch'io domenica sono partita per fare una salita a me sconosciuta senza sapere a cosa andavo incontro ma è proprio questo il bello👍. Anche se il dislivello superava i 2500 mt ero talmente felice da non sentire la fatica