[ el ciuciaròda] ovvero l'arte di mettersi a ruota degli sconosciuti

mach1

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4 Marzo 2010
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Sono un ciclista di primo pelo e ancora non sono aduso a tutto quel codice di comportamenti, gesti e interazioni tipico della famiglia dei ciclisti.

Ci sono usanze che mi sono risultate nuove e che poi io stesso ho messo in pratica. Per esempio ho capito che è gentilezza salutarsi tra ciclisti, concedersi anche solo un segno di riconoscimento: all'inizio c'era un tizio lungo il naviglio grande, sempre lo stesso, che ogni volta che lo incrociavo mi salutava con un vigoroso "ciao" come fossimo amici da una vita ed io ogni volta mi domandavo chi fosse e cosa volesse, se mi conoscesse, e il perchè mi salutasse. Col tempo sono venuto a scoprire di questa usanza, adesso lo saluto anch'io, anche se decisamente con meno trasporto del suo.

Ma c'è un altra usanza sulla quale ho dei dubbi e si tratta del famigerato "ciucciare la ruota". La domanda è: c'è una sorta di deontologia o di galateo dei ciucciaruota?

Nel senso: posso ciucciare la ruota a chi mi pare oppure, chessò, è considerato un oltraggio se io con una bici da 800 euro mi metto a ciucciare la ruota di uno di 8000? una volta che ciuccio la ruota a qualcuno devo rendergli il favore in qualche modo, chessò invitarlo a cena? Se chi mi sta davanti accortosi della mia presenza si mette a spingere sui pedali, vuol dire che vuole essere lasciato solo o vuole che si alzi il ritmo entrambi? se ciuccio la ruota a una ragazza devo portarle un mazzo di fiori o posso stare dietro ad ammirarle il sedere fasciato nella tutina in lycra senza rimorsi? Posso farlo anche se ho la sella antiprostatite o in quel caso le mie intenzioni vengono fraintese? Se ciuccio la ruota a qualcuno devo fare in modo che si accorga della mia presenza o posso rimanere in modalità 007? Se mi scappa un peto o devo sputare ed ho un ciucciaruota dietro, posso farlo o devo trattenermi?

Perchè in poco tempo me ne sono già capitate di tutti i tipi, ed ho già notato che ognuno vive questo aspetto del ciclismo alla sua maniera, tanto che ho compilato una piccola catalogazione dei ciclisti in tal senso.

Da quello che ho capito credo sia possibile eseguire una prima distinzione tra il fatto che sia tu a ciucciare la ruota oppure che sia tu quello dalla ruota ciucciata.
 
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mach1

Passista
4 Marzo 2010
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quelli a cui ciucci la ruota

C'è quello "indifferente" che se ne sta davanti tranquillo, continua al suo ritmo e ti lascia star dietro senza problemi, come se non esistessi.
E' la scia ideale: non ti fa sprecare fiato mentre pedali, non ti parla dei suoi figli e dell'ultima granfondo a cui ha partecipato, tiene un ritmo costante, non tenta allunghi ne cambi di ritmo, una specie di benedizione su due ruote. Non saprai mai perchè fa così: come un clint Eastwood della bicicletta non ti degnerà mai di un occhiata, il suo sguardo sarà fisso nel sole, ma a te non importa, ti risparmia fatica e gli vuoi bene per questo.

c'è quello "chiacchierone" che prova a imbastire una conversazione "modello ascensore". Le domande variano a seconda del mezzo e dell'abbigliamento del soggetto in questione. Se si tratta di un ciclista con bici full alu e tenuta decathlon saranno domande del tipo "bello il tempo oggi?" "ma tua moglie non ti dice niente che passi tutto sto tempo in bici?"
se è un ciclista alu/carbon con tenuta Santini abbinata alla buona le domande saranno tipo "bella bici, quanto l'hai pagata?" "quanti km hai fatto oggi?" se invece è il ciclista fullcarbon montato SuperRecord con completo maglia gialla del tour de france e scarpe che valgono quanto la tua bicicletta le domande saranno invece del tipo "hai già provato le ultime ruote Full Carbon alto profilo?" "qual'è il tuo tempo sullo zoncolan?" ( questo anche se tu sei un obeso di 60 anni in sella alla Legnano che usava Bartali )

c'è quello "timido" che, quando si rende conto di avere un altro ciclista in scia, al primo incrocio fa finta di cambiare direzione per levarsi il ciucciaruota di torno. Spesso lo fa perchè non ama socializzare o perchè sa di andar piano e se ne vergogna, anche se vede che tu sulla bicicletta porti ancora le rotelle. A quel punto, una volta superatolo, se poi ti volti, lo intravedi a 100 metri di distanza dietro di te che ti segue da lontano: va più veloce di te, deve fare la tua stessa strada ma non ha più il coraggio di farsi sotto. Ti supererebbe, tu gli ruberesti di nuovo la scia e si ripresenterebbe la sgradevole situazione iniziale.
Si tratta dell'equivalente di quelli che in ascensore fissano il pavimento come se si trattasse di un quadro esposto ai musei vaticani, in attesa che l'infernale cubicolo arrivi al piano desiderato.

c'è quello "competitivo" che appena si accorge di avere un estraneo dietro non sopporta l'onta e si mette a tirare alla morte per dimostrare al proprio ego di essere uno forte: se poi è forte davvero non lo vedi più, svanisce all'orizzonte come un tramonto sul mare, se invece è solo un ganassa che è andato in fuorisoglia per staccarti lo reincontri dopo un km scoppiato sul ciglio del viale che cerca di mimetizzarsi tra l'arredo stradale camuffandosi con dei girasoli nel caschetto per non essere visto mentre recupera fiato.

C'è la "sporcacciona". Donna rara ma esiste, essere mitologico quanto le sirene di Ulisse: se è da sola essa pedala normalmente, come un qualsiasi altro ciclista. Non appena si rende conto di avere un uomo in scia assume una pedalata simile a quella di un ubriaco, cominciando ad ancheggiare vistosamente e senza dignità: sembra di trovarsi a pedalare dietro Jessica Rabbit. La pedalata a quel punto diventa ipnotica, ci si lascia trasportare da quel sedere lungo qualsiasi strada egli desideri e si perde ogni capacità di discernimento.
Si narra di ciclisti incapaci di percorrere nessun tipo di salita superiore al 3% e giunti sino in cima a Plan De Corones semplicemente per il fatto di essersi trovati a pedalare dietro ad una ciclista del genere. Altri ciclisti sembra si siano risvegliati dalla loro estasy richiamati alla realtà dal suono di dialetti sconosciuti e che si siano dovuti far venire a prendere in automobile dalla propria moglie perchè incapaci di tornare a casa sulle proprie gambe dopo tutti i chilometri percorsi. Peraltro è impossibile dire se si sia trattato sempre della stessa donna: a quanto pare nessuno l'ha mai vista in faccia.

C'è il "petomane". indossa solamente completi Cervèlo perchè sono quelli che più lo fanno assomigliare ad una puzzola: ci tiene a farvi capire fin da subito con chi avete a che fare. Da lontano lo si riconosce dall'andatura irregolare, contraddistinta da piccole e saltuarie accelerate ottenute senza alcun aumento di frequenza sui pedali. Il mistero è presto svelato mettendovisi in scia nel tentativo di ciucciarne la ruota. Da evitare assolutamente.



quelli che ti ciucciano la ruota


c'è il ciucciaruota "ingrato" che ti si accoda e ti fa le battute, e ci tiene a conversare con te perchè si sente in debito. Poco importa che tu stia sputando l'anima per tenere un ritmo decente e non sfigurare nei suoi confronti mentre lui dietro viaggia a gratis. Spesso si risente perchè non gli rispondi. Se invece per rispondergli abbassi il ritmo di pedalata per recuperare fiato, ti supera sdegnato perchè "per lui vai troppo piano"
la migliore vendetta è farsi superare, mettersi in scia e agire come lui. Ciò inevitabilmente porta ad uno "stallo alla messicana" perchè entrambi continuate a palleggiarvi il ruolo di inseguitore ed inseguito a seconda del fiato. Meglio quindi ingoiare il boccone amaro e lasciarlo andare.

c'è l' "agonista anziano". Ti si attacca alla ruota aspettando che tu lo noti. Solitamente produce dei rumori scuotendo di proposito la biciletta al solo scopo di farsi notare. Spesso è un anziano. Nel momento stesso in cui ti volti lui ti sta osservando con un ghigno a mezzabocca e l'aria di sfida. Nei suoi occhi si legge il messaggio "adesso staccami se ci riesci". Aumenti leggermente il ritmo giusto per studiare la sua reazione. Ti volti ed è sempre lì, stessa distanza, stessa impressione. Decidi che è il momento di mettere a frutto i tuoi anni di bicicletta e ci dai dentro a tutta. Picchi sui pedali come fossi un frantoio, senti il vento urlarti nelle orecchie come mai ti era capitato, il cuore ti grida pietà, le gambe sono gonfie dallo sforzo. Terminato questo massacrante sprint ti volti sfinito ma sorridente. Il sorriso scompare subito. Lui è sempre lì, stessa distanza, stesso ghigno beffardo. Riposi per qualche chilometro poi tenti l'ultimo disperato affondo: meni calci come una locomotiva, il sudore dalla fronte scivola fino alle tue natiche da quanto stai andando forte, le ruote sembrano staccarsi dalla bicicletta. Non ce la fai più, hai dato tutto. Ti volti, sicuro di avercela fatta: lui è sempre lì, stessa distanza, stesso ghigno. Non capisci come un sessantenne possa prodursi in un simile sforzo. Accetti la tua sconfitta, abbassi il ritmo e ti fai superare. Per la rivincità non dovrai attendere molto. Basterà aspettare due giorni, quando tra i necrologi del quotidiano locale riconoscerai la sua foto. Causa della morte: infarto. Lì per lì ti senti colpevole ma dentro di te, nel tuo più profondo e nascosto intimo, gioisci come un bambino.

c'è il "petulante". Ti si attacca alla ruota. ti volti e lo noti: la prima impressione che hai è che sia un completo imbecille, tipo quelli che non si perdono una puntata degli spettacoli del Bagaglino, non capiscono nemmeno le battute ( probabilmente non capiscono che non c'è nulla da capire ) ma le ripetono più volte ridendo. Lo riconosci anche perchè sul cellulare come suoneria degli SMS c'ha la voce di Christian DeSica che si esibisce in una pernacchia. Capisci di essere spacciato quando da dietro senti una voce stridula che ti fa "hey ciao!" "hey ciaOOOO!" "HEY CIAOOOOOO!". Al sesto ciao, pronunciato con potenza baritonale, capisci di non poter più fingere e rispondi "ciao" per educazione, maledicendo l'imprinting datoti dai tuoi genitori che ti impedisce semplicemente di ignorarlo. Da questo momento in poi la giornata che fino a quel momento era stata perfetta, con il sole, gli uccellini che sembrano usciti da un film disney e le gambe che girano come non mai è rovinata. "io sono Michael Ridge, tu come ti chiami?". Già dal nome capisci l'origine di tutti i traumi che hanno portato quell'essere a diventare ciò che è.
Ti accorgi di essere davanti a quella che sarà la pedalata più lunga della tua vita e rimpiangi quando, solo 24 ore prima, stavi seduto sul lettino del dentista per farti estrarre un molare senza anestesia, perchè era terminata.
Il buon Ridge Michael conosce a memoria tutti gli aneddoti del ciclismo, imparati nella speranza di farsi qualche amico grazie alla bicicletta. "ah, hai una bianchi? lo sai che Edoardo Bianchi nel 1938 calpestò un rarissimo insetto in estinzione che gli lasciò sulla suola una chiazza celeste? fu così che scelse il colore delle sue bici!" Andrà avanti così per ore. Sfortuna vuole che il petulante sia anche un ottimo ciclista, proprio perchè allenatosi duramente per evitare di essere lasciato al palo dai ciclisti più bravi. Sarebbe in grado di stare a ruota di Cancellara in una cronometro se disgraziatamente Cancellara dovesse rivolgergli solamente un "ciao"
per il solo fatto di avergli concesso la tua ruota ti considererà d'ora in poi un suo carissimo amico. Non puoi far altro che abbandonare per il resto della tua vita quel percorso, anche se era il tuo preferito. Ogni volta che lo intraprenderai, qualsiasi ora del giorno e della notte, lui sarà lì, ad aspettarti, come la pinna dello squalo nel film di Spielberg.

c'è quello "maniaco" che anche se sta andando a 40 km orari di media, appena si trova una fanciulla davanti le si mette in coda e si adatta istantaneamente alla sua media oraria, anche se la ragazza in questione sta facendo i 25. Questi ultimi li riconosci perchè sono tutti montati shimano: se avessero un campagnolo darebbero troppo nell'occhio, o meglio nell'orecchio, si sentirebbe un perpetuo crrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr alle spalle della fanciulla che la farebbe insospettire.
L'accoppiata ideale in questo caso sarebbe ciclista sporcacciona con dietro ciclista maniaco, che si tramuterebbe in una sorta di tandem in perpetuo ed inarrestabile moto in giro per l'europa.

c'è "l'insospettabile". Ti si attacca dietro nel massimo silenzio. Riesce ad affrontare buche, pavè, binari, pozzanghere, senza emettere il minimo rumore. Se per un qualsiasi motivo ci si volta e lo si nota, questo immediatamente inchioda, prende distanza, assume aria sofferente di chi sta pedalando a fatica da ora ed evita di incrociare lo sguardo. Appena si torna a guardare la strada, tempo 3 secondi ed è di nuovo attaccato. Andrà avanti così finchè non sarà giunto a destinazione. E' l'equivalente del portoghese che normalmente sale sugli autobus senza pagare il biglietto.

c'è il "generoso". Ti si mette in scia e si fa notare. Dopo un po' decide che è giunto il momento di ricambiare il favore, perchè lui è uno che lo sport lo vive fin dentro l'animo, e capisce che è il momento di andare davanti a tirare. In quel momento si può verificare una delle seguenti ipotesi, con ricorrenza matematica come il susseguirsi del giorno e la notte:
il generoso è lento! lentissimo! ti si mette davanti perchè vuole tirare ma ti obbliga a consumare metà dei gommini dei freni per non tamponarlo. La generosità del suo gesto però ti impone di stare dietro e subire questa tortura fino a quando lui non si spompa. Ma il generoso è generoso per definizione, e continuerà a tirare finchè ne avrà, anche se la sua media oraria è scesa dagli iniziali 25 km/h agli attuali 15. In pianura!
nel caso più sfortunato il generoso indossa una salopette elasticizzata rosa, semitrasparente. Senza mutande. E non si rade! il tuo sguardo quindi scende inevitabilmente all'altezza della tua forcella anteriore e ne analizzi ogni minimo dettaglio. La situazione si fa pericolosa perchè l'impossibilità di guardare la strada davanti a te ti rende vulnerabile a qualsiasi tipo di incidente ma consciamente preferisci il rischio di un terribile incidente piuttosto che il dovere pedalare osservando questa medusa rosa pelosa che si contorce agonizzante davanti ai tuoi occhi. Se sei fortunato il generoso quando è scoppiato ti si rimette in scia ma poi ti dice "io non ce la faccio, ho dato tutto, ci si vede un altra volta" e si stacca.
Tu allontanandoti lo saluti con un gesto d'approvazione con la mano per renderlo felice ma per il resto della tua giornata non potrai più levarti dagli occhi l'immagine di quella carne rosa e pelosa che infierisce sul sellino. Andrai a letto la sera, tua moglie ti accarezzerà teneramente e tu la rifiuterai, racchiudendoti in un angolino del letto. Inutile spiegarle, non capirebbe.

c'è il "sivende in incognito". Si attacca alla tua ruota e studia la tua bicicletta pezzo per pezzo, smontandola mentalmente: guarda cambio, pignoni, catena, deragliatore, freni, ruote, tutto. Dopo alcuni chilometri di attente analisi ti si affianca e come fosse tuo amico fin dalle medie attacca con discorsi tipo:
"bella la tua bici, di che anno è?" "2009? così vecchia? ma l'hai già cambiata la catena? no perchè mi sembra che i pignoni siano un po' usurati, fossi in te li sostituirei prima di fare qualche brutta caduta. Se ti serve io ho un gruppo completo Ultegra, praticamente nuovo, te lo vendo a un prezzo di favore!"
se l'affare va in porto lo vedrai comparire ad ogni tua uscita in bicicletta, come fosse un agente del KGB: "bello il gruppo nuovo che ti ho venduto, adesso si che sembra una signora bici la tua! sai cosa ci starebbe bene assieme? ho un paio di fulcrum zero d'occasione, vedrai come pedali dopo!"
Se invece l'affare non viene concluso, tornerà a mettersi in scia, a distanza sufficiente per riuscire ad infilarti il biglietto da visita nelle tasche elasticizzate della maglietta poi scomparirà a caccia di altre vittime.

c'è la "ragazza dei tuoi sogni". Te ne accorgi perchè dapprima senti un invitante aroma di gelsomino che pervade i tuoi polmoni. Dopodichè arriva alle tue orecchie la voce giovane e fresca di una fanciulla. Ti volti e la osservi: bellissima! lei ti offre un sorriso sincero, pulito, tu ti sciogli e pensi sia arrivata la tua occasione.
una ragazza bella, socevole, che condivide la tua passione, che persino viaggia al tuo ritmo e che proprio quel giorno, in quell'istante il destino ha voluto che percorresse il tuo stesso itinerario e ti si attaccase alla ruota. Torni a guardare la strada col sorriso a 32 denti.
Nel mentre cerchi di rompere il ghiaccio, fai il simpatico e il brillante.
Parli di poesie, di arte, di pittori rinascimentali e del tuo viaggio in Tibet, che in realtà non hai mai fatto, ( tanto lei non lo sa che non ci sei mai andato ) per cercare te stesso, in questo mondo frenetico e materialista. Ti rivolti nuovamente per vedere se hai fatto colpo e ti accorgi che i ciclisti in scia sono diventati due:
lei e il suo ragazzo, tatuato, orecchino al naso e bicicletta arrugginita con adesivo di Vasco Rossi, che si era attardato perchè doveva pisciare e ora l'ha raggiunta. Sconfitto, decidi di accelerare la pedalata e di staccarteli dalla schiena. Mentre ti allontani cercando di dare l'anima per fuggire da loro con l'orecchio percepisci la voce di lui che si affievolisce in lontananza che domanda alla donna dei tuoi sogni ormai infranti una frase d'amore del tipo: "ma non ti da fastidio a pedalare dopo le 3 volte che [...ti ho posseduto] la scorsa notte?". Ti domandi la fatidica frase "come fa una così a stare con un tizio del genere", poi ti volti, lo gardi meglio e vedi che la sua bicicletta, pur essendo una graziella da donna, ha il tubo orizzontale. Dentro di te senti che vorresti piangere.

e voi, che tipo di ciucciaruota siete?
 
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srinivasa

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11 Ottobre 2005
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Credo di aver preso la ruota di altri in non più di 5 occasioni:
1: Monte Bondone, in un giorno d'uscita insieme ad un altro forumendolo mi sono accodato ad un francese che mi ha aiutato a finire l'ascesa in tempo decente dopo un mesetto d'inattvità. Più che a ruota sono stato "a ritmo".

2: un paio di mesi or sono, in ritardo per l'inizio di una lezione all'Università, son stato dietro da Trento a Rovereto ad un ragazzo che mi ha portato a spasso sui 35 km/h (controvento, non forte, ma comunque fastidioso). Ne avevo davvero bisogno anche perché ero con la Marnati in acciaio, scarpe da ginnastica e lo zaino pieno di roba. Ovviamente ho chiesto il permesso ed ho ringraziato a fine percorso.

3: un annetto fa sono stato dietro ad un tizio con una bellissima Look 595 tutt abianca, completo bianco, occhiali bianchi, scarpe bianche... insomma un gelataio in bici. Gli ho chiesto il permesso di stare in scia perché (testuale) volevo vedere bene come pedalava... davvero uno spettacolo, rotondissimo e tanta velocità con apparente facilità (abbondantemente sopra i 40 km/h).

4 e 5 non ricordo... mah... in ogni caso la (mia) regola generale è che se esco in bici voglio fare il mio ritmo e stare dietro ad altri non mi dà alcuna soddisfazione, mi semvra di andare gratis sfruttando il lavoro altrui. Invece son felice quando qualcuno mi sta dietro perché, spesso ma non sempre, mi stimola a dare qualcosina in più anche se senza eccedere. Nella seconda situazione prediligo i "ciucciaruote" in salita, laddove, nella maggior parte dei casi, cerco sempre di fare un buon tempo e la presenza di un "avversario" alle spalle mi aiuta a salire meglio ed un tantino più in fretta ;-)
 

samuelgol

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24 Settembre 2007
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Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
Io sono quello "indifferente". Di solito, se esco da solo, come spesso mi accade in bdc, ho il mio ritmo da tenere e tengo quello. Se qualcuno si accoda, dò un occhio ogni tanto solo che non lo faccia troppo da vicino, in maniera da crear pericolo per me e per lui. Per il resto proseguo per la mia strada.
Le poche volte che esco in gruppo sto davanti sinchè ne ho voglia o se l'andatura è troppo bassa, poi ogni tanto mi metto in 4/5 ruota per riposare un pò......e ovviamente a quelli che incrocio sempre e comunque un cenno della mano o del capo, anche quando sono in gruppo in testa o a ruota.
 
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srinivasa

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11 Ottobre 2005
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c'è la "ragazza dei tuoi sogni". ...

Premesso che la ragazza dei miei sogni è la mia mogliettina ( :-) ), Sabato scorso mi si è accodata una ragazza davvero molto carina, fuori misura per me perché sarà stata 180cm ed occhio e croce poteva essere un'agonista giudicando dal fisico... è stata una bella esperienza portar dietro una ragazza così avvenente, bionda (senza casco) e comunque ben proporzionata... non ho mai ricevuto così tanti cenni da saluto ed occhiate d'ogni tipo ;-)
 

rapportoagile

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20 Agosto 2008
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Scapin Dyapason
Domani prenderò il pomeriggio libero, ma non per andare in bici, bensì per leggere la tua "enciclopedia sul ciucciaruota".

A me questa categoria dà molto fastidio, con qualche eccezione.
In particolar modo non sopporto, quelli che raggiungo facilmente (quindi vanno molto piano), ma che trovano l'energie per attaccarsi dopo che li hai superati, e anche per non staccarsi, se si accelera. Quasi sempre questi soggetti, non ti degnano di una parola, ne' ovviamente di darti un cambio. Li senti dietro di te e danno più fastidio che la sabbia nelle mutande (Litizzetto). Le eccezioni sono:
- Il tizio si offre di dare qualche cambio;
- Il tizio ti chiede se ti da fastidio averlo a ruota;

Piccolo anedotto accaduto un paio di anni fa. Vento veramente molto forte contrario.
Raggiungo un signore sui 60 anni che pedalava quasi barcollando. Lo supero e lui mi urla:"Eilá, giovane!" (gran complimento per un quasi 50enne).
"Sono alla frutta e così non ci arrivo a casa. Posso starti a ruota per un po'?" Doveva fare ancora una 20 di km e con quel vento era veramente un'impresa ardua. Non me la sono sentita di abbandonarlo. Così l'ho scortato fino a sotto casa. Nonl'avessi mai fatto. Ho dovuto rifiutare nell'ordine:
1) 50 Euro di mancia;
2) invito a cena immediato (erano le 19.00) con un profumino di cose buone che proveniva dalla cucina;
3) Una fetta di torta alle fragole......

Non ho potuto rifiutare una bottiglia di vino (Dolcetto d'Alba), che ha preso il posto della borraccia vuota nel portaboraccia
 
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E' bellissimo: grande Mach!!! :)))::)))::))):

Io preferisco evitare di prendere la ruota di sconosciuti: se vado piu' forte passo avanti e se no mi mantengo a distanza. A volte quando passo avanti mi si accodano, ma siccome continuo col mio passo non lo considero un grosso problema...
 
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Pignolo

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Innanzi tutto, ciao! :mrgreen:
Poi bisogna dire che per ciucciare la ruota COMUNQUE ce la devi fare. L'importante è che ricambi, vale a dire, prima tira lui e poi tiri un pò tu. Se stai dietro vuol dire che non ce la fai. Ti riposi un pò e poi passi avanti tu, non appena lui si sposta verso sinistra (ammesso che quello sappia andare in bici). quando c'è vento sopratutto, ci si cambia molto spesso. Poi c'è il coglione di turno che appena ti avvicini scatta per dimostrare quanto è forte...lascialo andare che lo riprendi dopo 1000 metri perchè è scoppiato!o-o
P.S. non andare dietro i "vecchietti"! quelli in pensione escono tutti i giorni e ti fanno andare la lingua in mezzo alle ruote.
 

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Protos Di2 - Lion Di2
A me a volte capita di andare più forte di altri, in questo caso sorpasso e saluto sempre ;-) Se vengo passato (e succede :-) ) e mi salutano contraccambio il saluto più che volentieri.. ma.. se mi passano sfiorandomi e manco mi salutano.. a costo di cambiar percorso, divento io il peggior "ciucciaruota" :-)
 

Moser_Forever

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Io faccio parte della categoria "indifferente".
Quando esco faccio il mio ritmo e se qualcuno che sorpasso mi si accoda continuo per la mia strada con la stessa intensità che terrei da solo. Non mi interessa avere cambi perchè da solo non ne avrei.
Se il tizio vuole socializzare qualche parola la scambio volentieri, ci mancherebbe, e se mi chiede espressamente di darmi il cambio, benvenuto. Altrimenti lascio che le cose "vadano come devono andare".
La maggior parte delle volte non dura tanto...
Anche perchè se raggiungi qualcuno significa che vai molto più di lui, altrimenti quelli che vanno con andatura analoga alla tua non li raggiungi (e non ti raggiungono...)
 

Moser_Forever

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SCOTT Addict
Se sono io a dovermi accodare a qualcuno (magari alla fine di un lungo, col vento contro,) mi faccio notare e chiedo se do fastidio. Alla fine ringrazio sempre "del passaggio".
 

pat_bateman

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Domani prenderò il pomeriggio libero, ma non per andare in bici, bensì per leggere la tua "enciclopedia sul ciucciaruota".

A me questa categoria dà molto fastidio, con qualche eccezione.
In particolar modo non sopporto, quelli che raggiungo facilmente (quindi vanno molto piano), ma che trovano l'energie per attaccarsi dopo che li hai superati, e anche per non staccarsi, se si accelera. Quasi sempre questi soggetti, non ti degnano di una parola, ne' ovviamente di darti un cambio. Li senti dietro di te e danno più fastidio che la sabbia nelle mutande (Litizzetto). Le eccezioni sono:
- Il tizio si offre di dare qualche cambio;
- Il tizio ti chiede se ti da fastidio averlo a ruota;

D'accordo al 100%!!!!

Se me lo domandi ti scorto a casa, ti cambio la camera d'aria, ti presto 100 € per il taxi :mrgreen: ma se ti metti a ruota o peggio a cavallo della guarnitura senza profferir verbo mi dai proprio fastidio....questo da quando sono stato investito da dietro da uno che era impiccato per stare a ruota (e io non vado forte) e non ha visto l'autovettura che è sbucata da destra.....
 

srinivasa

Scalatore
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... molto spesso non mi accorgo nemmeno di quelli che si mettono dietro la mia scia... dovete considerare che giro sempre con gli auricolari ed in ciclabile sparo al massimo il volume, spesso cantandomela alla grande... a volte penso, quando m'accorgo d'essere "seguito", che gli altri mi credano un folle... però io mi diverto così non è che lo faccia per fare il fico è che avverto un tale senso di libertà che, ad esempio, su questa posso fare anche la coreografia in corsa :-)

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