Salve a tutti,
adesso che sta arrivando il freddo e siamo meno sulla bici e piu' sui PC, colgo l'occasione per raccontare la mia storia.
Il tutto e' avvenuto alcuni mesi fa, ma non ho nessuna intenzione di farla finire nel dimenticatoio.
Ad inizio dicembre 2016 ero sulla mia Bianchi Bikemotard (telaio codice WBK061389D, tenuta ottimamente come tutte le mie altre biciclette), in condizioni assolutamente normali: rettilineo, 25 km/h.
Niente sterrato, condotte spericolate o sollecitazioni gravose.
A causa di un incredibile mancamento strutturale (gli steli della forcella hanno ceduto e si son piegati), la ruota anteriore e’ indietreggiata di colpo fino a bloccarsi sul telaio ed io sono finito di piena faccia sull’asfalto.
Ricordo poco perche’, tra l’altro, ho perso conoscenza.
Risultato: ambulanze, 28 punti nel viso, 2 denti rotti, gran botta al ginocchio, graffi e contusioni qua e la’, …
Dopo qualche giorno riprendo in mano la bici (ancora sporca di sangue), per capire cosa e come.
Be’, la forcella e’ semplicemente “aperta” (foto di forcella e mia faccia rotte, tutto disponibile).
Se non sapessi come e’ andata, penserei che questa bici si sia semplicemente schiantata ad alta velocita’ contro un muro: ecco l’impressione che si ha!
Pur non essendo la Bikemotard un top di gamma Bianchi (anzi!), credo che un difetto strutturale cosi’ (oltre ad essere pericolosissimo per tutti i possessori di quella serie, state attenti!) non sia una questione banale.
Liquidabile tipo: “responsabilita’ del cliente”, “uso non appropriato” o tutte queste cose in “legalese”…
Contatto a meta' dicembre la Bianchi a Treviglio, nella persona di Luigi Leonardi (“Customer Warranty Service”.
Spiego l’accaduto e pretendo, se non tutti i rimborsi di spese (chirurgia, giornate di lavoro perse, etc), quantomeno un indennizzo a coprire le spese dentistiche (due impianti).
Mi sembrerebbe infatti giusto, da parte di un’azienda che riconosce una responsabilita’ nell’accaduto (una forcella che si apre come una mela non dovrebbe accadere nemmeno nel piu’ brutale Downhill.. figuriamoci sull’asfalto in condotta cicloturistica!!) e fa qualcosa per riparare i danni causati.
Per poi eventualmente risolvere i suoi problemi di controllo qualita’ (che qui evidentemente e’ stato fatto chiudendo un occhio, forse
due) sui sub-fornitori, se interessa loro non ripetere questi tremendi errori. Chissa' come reagiranno se/quando ci scappa il morto.
Da Treviglio mi fanno sapere che devo recapitar loro la bici ed “analizzeranno la questione”.
Ok. Non molto elegante ne' signorile, come riscontro... ma comprensibile.
Tramite un rivenditore di Follina (TV), faccio loro pervenire la bici prima del Natale 2016.
Morale: ad Aprile 2017 nessuna risposta.
Leonardi sollecitato due volte via email ([email protected]) e due via telefono.
Ed ogni volta e’ stato evasivo e poco chiaro nelle risposte (“sara’ mia cura contattarla il prima possibile”.
Non mi hanno fatto sapere piu’ nulla, avevan la mia bici da quasi 4 mesi (in analisi?), non sapevo quando ne sarei tornato in
possesso e nel frattempo andavo a far riabilitazione per il ginocchio…
Bene.
Siccome non sono un ingenuo (ed ero piuttosto innervosito), scrivo l'accaduto a diverse riviste del settore.
Diciamo 11, senza far troppi nomi (ma se ce ne dovesse essere il bisogno e qualcuno me le chiedo... sono pronto a mitragliare chi e cosa).
Risposta: nessuna.
Nes-su-na.
Come se le e-mail fossero state mandate ad indirizzi inesistenti (ma stranamente nessuna mi e' tornata indietro, come quando ci sono problemi tecnici ai server o che ne so).
Mi sono stupito, intristito, innervosito.
Perche' su Motociclismo (la mia vita non e' solo bicicletta), noto spesso e volentieri lettere alla redazione con utenti arrabbiati per il motivo x ed y, e le case madri costrette a rispondere. O stigmatizzate quando non lo fanno ("Facciamo notare che non abbiam ricevuto ancora risposta da...").
E mi pare giusto, questo sistema! Che si sappia, chi e' serio e chi se ne frega, nel panorama industriale!
Che lo sappiano tutti, quando faranno il prossimo acquisto! Siamo nel 2017 e, per fortuna, comunicare e' facilissimo.
Dopo 5 giorni, Paolo Volpato ([email protected], in questo caso faccio nome e cognome perche' tutto sommato si e' distinto da tutti gli altri e gia' questo e' un, piccolo, merito) mi scrive che contatteranno la Bianchi per sapere se questa storia sia vera.
Come se io fossi un cazzaro e mi fossi inventato la storia per spillar loro della grana. Ok, sorvoliamo...
Quasi per magia (vabbe, diciamo magia...), dopo un'ora mi chiama Leonardi da Treviglio.
Per farla breve: hanno contattato la Suntour, che non ha visto nulla di strano, quindi la Bianchi non mi riconosce assolutamente nulla.
Dopo 2 minuti di insulti (ma ragionati e coerenti, facendo loro capire quanto siano degli scarsi professionisti; non un semplice torpiloquio ed invettive irrazionali), chiudo la telefonata e non li sentiro' mai piu'.
Ora, sono quasi convinto che, se al posto di "far da me", andassi in questo momento a Treviglio con una lettera di un avvocato, mostrandomi per nulla intimorito all'idea di passare anni nei tribunali... questi figurati se non mi liquidano con 1500 Eur (che era cio' che chiedevo, per recuperare anche solo le spese dentistiche degli impianti), pur di non avere grane dagli esiti incerti!
Ma non era questo il mio obiettivo.
Il mio obiettivo era far capire loro che sono dei somari.
Ed il mercato li punira' (o quantomeno lo spero), non io!
Perche' questo tipo di incidenti evidenzia il gap tremendo tra le storie che le aziende raccontano (nelle loro pubblicita', nelle brochures, nelle frasi fatte e negli studi di marketing)... e quello che vedono i consumatori, come me. Come noi.
Ahhhh, dimenticavo... last but no least.
Il fatto che nessuna di quelle 11 riviste mi abbia risposto, mi abbia dato una spalla per affrontare la questione... puo' significare una sola cosa: che sono tutte (o la maggior parte, diciamo, per alleggerire la mia pesante accusa) a busta paga di Treviglio.
Non serve spiegare altro, vero?
Pensateci, quando guardate una comparativa tra marche diverse (ed una Bianchi coinvolta), o un commento censurato, o qualche spintarella/valutazione sospetta qui e li'.
Pensateci, perche' potrebbe non esser per nulla casuale.
Con la piena responsabilita' di tutto cio' che ho scritto,
auguro buone pedalate a tutti.
Grazie
adesso che sta arrivando il freddo e siamo meno sulla bici e piu' sui PC, colgo l'occasione per raccontare la mia storia.
Il tutto e' avvenuto alcuni mesi fa, ma non ho nessuna intenzione di farla finire nel dimenticatoio.
Ad inizio dicembre 2016 ero sulla mia Bianchi Bikemotard (telaio codice WBK061389D, tenuta ottimamente come tutte le mie altre biciclette), in condizioni assolutamente normali: rettilineo, 25 km/h.
Niente sterrato, condotte spericolate o sollecitazioni gravose.
A causa di un incredibile mancamento strutturale (gli steli della forcella hanno ceduto e si son piegati), la ruota anteriore e’ indietreggiata di colpo fino a bloccarsi sul telaio ed io sono finito di piena faccia sull’asfalto.
Ricordo poco perche’, tra l’altro, ho perso conoscenza.
Risultato: ambulanze, 28 punti nel viso, 2 denti rotti, gran botta al ginocchio, graffi e contusioni qua e la’, …
Dopo qualche giorno riprendo in mano la bici (ancora sporca di sangue), per capire cosa e come.
Be’, la forcella e’ semplicemente “aperta” (foto di forcella e mia faccia rotte, tutto disponibile).
Se non sapessi come e’ andata, penserei che questa bici si sia semplicemente schiantata ad alta velocita’ contro un muro: ecco l’impressione che si ha!
Pur non essendo la Bikemotard un top di gamma Bianchi (anzi!), credo che un difetto strutturale cosi’ (oltre ad essere pericolosissimo per tutti i possessori di quella serie, state attenti!) non sia una questione banale.
Liquidabile tipo: “responsabilita’ del cliente”, “uso non appropriato” o tutte queste cose in “legalese”…
Contatto a meta' dicembre la Bianchi a Treviglio, nella persona di Luigi Leonardi (“Customer Warranty Service”.
Spiego l’accaduto e pretendo, se non tutti i rimborsi di spese (chirurgia, giornate di lavoro perse, etc), quantomeno un indennizzo a coprire le spese dentistiche (due impianti).
Mi sembrerebbe infatti giusto, da parte di un’azienda che riconosce una responsabilita’ nell’accaduto (una forcella che si apre come una mela non dovrebbe accadere nemmeno nel piu’ brutale Downhill.. figuriamoci sull’asfalto in condotta cicloturistica!!) e fa qualcosa per riparare i danni causati.
Per poi eventualmente risolvere i suoi problemi di controllo qualita’ (che qui evidentemente e’ stato fatto chiudendo un occhio, forse
due) sui sub-fornitori, se interessa loro non ripetere questi tremendi errori. Chissa' come reagiranno se/quando ci scappa il morto.
Da Treviglio mi fanno sapere che devo recapitar loro la bici ed “analizzeranno la questione”.
Ok. Non molto elegante ne' signorile, come riscontro... ma comprensibile.
Tramite un rivenditore di Follina (TV), faccio loro pervenire la bici prima del Natale 2016.
Morale: ad Aprile 2017 nessuna risposta.
Leonardi sollecitato due volte via email ([email protected]) e due via telefono.
Ed ogni volta e’ stato evasivo e poco chiaro nelle risposte (“sara’ mia cura contattarla il prima possibile”.
Non mi hanno fatto sapere piu’ nulla, avevan la mia bici da quasi 4 mesi (in analisi?), non sapevo quando ne sarei tornato in
possesso e nel frattempo andavo a far riabilitazione per il ginocchio…
Bene.
Siccome non sono un ingenuo (ed ero piuttosto innervosito), scrivo l'accaduto a diverse riviste del settore.
Diciamo 11, senza far troppi nomi (ma se ce ne dovesse essere il bisogno e qualcuno me le chiedo... sono pronto a mitragliare chi e cosa).
Risposta: nessuna.
Nes-su-na.
Come se le e-mail fossero state mandate ad indirizzi inesistenti (ma stranamente nessuna mi e' tornata indietro, come quando ci sono problemi tecnici ai server o che ne so).
Mi sono stupito, intristito, innervosito.
Perche' su Motociclismo (la mia vita non e' solo bicicletta), noto spesso e volentieri lettere alla redazione con utenti arrabbiati per il motivo x ed y, e le case madri costrette a rispondere. O stigmatizzate quando non lo fanno ("Facciamo notare che non abbiam ricevuto ancora risposta da...").
E mi pare giusto, questo sistema! Che si sappia, chi e' serio e chi se ne frega, nel panorama industriale!
Che lo sappiano tutti, quando faranno il prossimo acquisto! Siamo nel 2017 e, per fortuna, comunicare e' facilissimo.
Dopo 5 giorni, Paolo Volpato ([email protected], in questo caso faccio nome e cognome perche' tutto sommato si e' distinto da tutti gli altri e gia' questo e' un, piccolo, merito) mi scrive che contatteranno la Bianchi per sapere se questa storia sia vera.
Come se io fossi un cazzaro e mi fossi inventato la storia per spillar loro della grana. Ok, sorvoliamo...
Quasi per magia (vabbe, diciamo magia...), dopo un'ora mi chiama Leonardi da Treviglio.
Per farla breve: hanno contattato la Suntour, che non ha visto nulla di strano, quindi la Bianchi non mi riconosce assolutamente nulla.
Dopo 2 minuti di insulti (ma ragionati e coerenti, facendo loro capire quanto siano degli scarsi professionisti; non un semplice torpiloquio ed invettive irrazionali), chiudo la telefonata e non li sentiro' mai piu'.
Ora, sono quasi convinto che, se al posto di "far da me", andassi in questo momento a Treviglio con una lettera di un avvocato, mostrandomi per nulla intimorito all'idea di passare anni nei tribunali... questi figurati se non mi liquidano con 1500 Eur (che era cio' che chiedevo, per recuperare anche solo le spese dentistiche degli impianti), pur di non avere grane dagli esiti incerti!
Ma non era questo il mio obiettivo.
Il mio obiettivo era far capire loro che sono dei somari.
Ed il mercato li punira' (o quantomeno lo spero), non io!
Perche' questo tipo di incidenti evidenzia il gap tremendo tra le storie che le aziende raccontano (nelle loro pubblicita', nelle brochures, nelle frasi fatte e negli studi di marketing)... e quello che vedono i consumatori, come me. Come noi.
Ahhhh, dimenticavo... last but no least.
Il fatto che nessuna di quelle 11 riviste mi abbia risposto, mi abbia dato una spalla per affrontare la questione... puo' significare una sola cosa: che sono tutte (o la maggior parte, diciamo, per alleggerire la mia pesante accusa) a busta paga di Treviglio.
Non serve spiegare altro, vero?
Pensateci, quando guardate una comparativa tra marche diverse (ed una Bianchi coinvolta), o un commento censurato, o qualche spintarella/valutazione sospetta qui e li'.
Pensateci, perche' potrebbe non esser per nulla casuale.
Con la piena responsabilita' di tutto cio' che ho scritto,
auguro buone pedalate a tutti.
Grazie