Michele R.I.P.
Visto che non mi sono fatto i c@ss1 miei prima, continuo la serie e con gaudio e giubilio annuncio l'arrivo di Sophie, il 23 aprile il ns. [MENTION=12291]madmik83[/MENTION] è diventato papà.
E mi pare di aver visto un'altra ottima prestazione del nostro [MENTION=41762]Madbee[/MENTION] alla GF Firenze ...
Bravo Paolone
Aspettiamo il solito breve racconto
Come un tempo dicevano gli oratori .ehm ehm, sarò breve ..ahahahah
Bellissimo percorso, anche duretto, asfalto sempre in buono stato, paesaggi molto belli.
Partenza da Piazza della Signoria e 6 km controllati per uscire da Firenze, controllati si fa per dire perché ho corso più rischi in quei 6 km che in tutte le gare che ho fatto, grazie a certi cretini che vogliono guadagnare 10 secondi passandoti a tutti i costi dove per farlo si corrono e si fan correre rischi elevati. Vabbeh, salita a Fiesole a tutta, gambe non al 100% ma stringo i denti e ttuto sommato salgo molto bene, poi oltre Fiesole su fino a Vetta le croci e poi giù verso il Mugello. Il cielo è molto coperto e fa freschino. A Scarperia divisione medio lungo e sono talmente lucido che giro a sinistra verso il percorso medio, ma mi accorgo al volo dellerrore e recupero il percorso del lungo girando attorno ad uno spartitraffico e rimettendomi sulla retta via. Perdo 10 secondi e un buon gruppetto ma mi accodo ad altri che arrivano e si va ad attaccare il passo del Giogo. Salita media, per pendenza e lunghezza, e scollinamento a 900 metri di quota con freddo e nebbiolina, Giù a bomba su una discesa veloce fino a Firenzuola, ancora una volta bici, ruote e tubolari mi danno una sicurezza e una velocità ottima in discesa. A Firenzuola un po di falsopiano e poi si attacca la Futa, fatta un po in difesa perché le energie iniziano a venir meno. Scollinamento e si replica, discesa a canna, controstrappetto a metà e poi ancora giù verso il Mugello. A Scendere dai passi fa decisamente freddo e i crampi sono in agguato. A Galliano inizia un tratto in piano dove sono in preda a crampi davvero pesanti che sciolgo alleggerendo la pedalata. Lascio andare un gruppetto e mi faccio raggiungere da un altro a cui mi accodo, nel frattempo i muscoli si sono riscaldati e sciolti e con questo gruppettino riprendiamo i primi che mi avevano staccato. Si pedala in piano a buon ritmo, sui 40 km/h, fino a Vaglia, dove inizia la salita verso Bivigliano, 3 km duri, con tanti tratti in doppia cifra, su cui patisco una piccola crisetta e perdo tante posizioni. Si scollina e poi giù verso Firenze, ormai si annusa il traguardo ma mi sento svuotato, ho dato quasi tutto e nel serbatoio resta pochino da bruciare. Ultima fatica lo strappo di via Salviati, 300 metri di muro in vetta al quale è posto il traguardo, lì faccio quel che posso ma non sono nemmeno più lucido, su quel muro mi dimentico perfino di buttar sul il 28 e credo di essere salito nemmeno con il 25 ma con il 23, in modalità bradipo, ma ormai cambiare su quelle pendenze e con quel tiro di catena diventa impossibile e arrivo così, arrancando ma tuo sommato soddisfatto.
118 km e 2326 d+ a 27 di media è una prestazione vicina al massimo che potessi fare, la flessione finale ci sta tutta perché sono andato piuttosto bene nei primi ¾ di gara, del resto la coperta è sempre corta, o ti risparmi allinizio e vai in recupero o ti avvantaggi allinizio e fletti nel finale, per andare forte dallinizio alla fine devi essere un altro tipo di ciclista, con più km e più gare nelle gambe, più attitudini fisiche io sono contento così, mi sono divertito anche tanto e questo è quel che conta :-).
Ci sono due aspetti su cui riflettere:
1) la metodologia di allenamento
2) il senso da dare allo sport che si fa
Il fatto che si tenda ad allenarsi (sui rulli o in bici) secondo metodologie "moderne" non è di per sè da demonizzare. Misurare i propri effort e allenarsi seguendo certi metodi non è per forza un male anzi, secondo il mio punto di vista è una cosa positiva.
Quel che per il mio modo di essere è male, parlo sempre esprimendo la mia personale opinione che vale per me e non è detto valga per tutti, è ridurre OGNI USCITA ad allenamento, diventare dipendenti dai watt erogati, dalla cadenza di pedalata, dalla VAM, ecc.....
Cioè, io mi alleno alla fin fine per potermi godere la bicicletta al meglio, senza ammazzarmi di fatica sulle salite, senza morire oltre i 100 km, senza devastarmi in una GF. Detto questo, in parallelo agli allenamenti (indoor e outdoor) esistono anche uscite più tranquille, da fare più rilassati, gustandosi i panorami, la strada, i profumi, i rumori, la luce....anzi, devo dire che se non facessi anche uscite del genere la bici non mi piacerebbe più, tanto varrebbe fare solo i rulli. Se devo diventare schiavo ad ogni pedalata di quello che leggo sul Garmin allora la bici perde tutta la sua poesia. La soddisfazione di arrivare in cima ad una vetta ce l'hai indipendentemente dal tempo in cui la scali.
A Pasqua sono salito all'alpe di Colonno dal lago, una salita lunga, con gli ultimi 5 km tostarelli. Ero lassù, fermo a fare foto ai panorami e mi si accosta un'auto, il finestrino si abbassa e una coppia sulla sessantina, forse anche oltre, mi fa i complimenti per essere arrivato lassù in bici.
Ho sorriso, avrei voluto minimizzare, dire che ero salito pedalando bene ma tutto sommato senza ammazzarmi, ma poi mi sono detto "in fondo hanno ragione loro, queste cose che ho in testa sono una deviazione ciclistica, quel che conta davvero è essere qui, adesso, con la mia bici, a godermi questo spettacolo dopo una salita che per tanta gente che non pedala sembra difficilissima....a quale ritmo sono salito è solo un di cui".
Li ho ringraziati, forse loro pensavano li ringraziassi per il complimento ricevuto, in realtà li ho ringraziati perché mi hanno riportato al senso vero della bici...che è andare dove si vuole, con le proprie gambe e la propria fatica.
Qualche volta me lo dimentico, ma basta un panorama, o l'odore della legna bruciata nei camini delle case, o l'odore delle ginestre quando sono al mare, o anche solo due signori che mi fanno i complimenti con il sorriso sulle labbra, e tutto torna poesia e si torna in sella più volentieri.
Mi piace la bici, per il senso di libertà che regala, poi mi alleno, credo seriamente, per fare del mio meglio, faccio qualche gara e ci metto tutto me stesso, faccio qualche salita e provo magari anche a fare il mio miglior tempo, ma questo non vuol dire che perdo quel senso primitivo di libertà e di gioco, che poi era quello con cui pedalavamo da bambini.
Ciao a tutti
Ci sono due aspetti su cui riflettere:
1) la metodologia di allenamento
2) il senso da dare allo sport che si fa
...
Qualche volta me lo dimentico, ma basta un panorama, o l'odore della legna bruciata nei camini delle case, o l'odore delle ginestre quando sono al mare, o anche solo due signori che mi fanno i complimenti con il sorriso sulle labbra, e tutto torna poesia e si torna in sella più volentieri.
Mi piace la bici, per il senso di libertà che regala, poi mi alleno, credo seriamente, per fare del mio meglio, faccio qualche gara e ci metto tutto me stesso, faccio qualche salita e provo magari anche a fare il mio miglior tempo, ma questo non vuol dire che perdo quel senso primitivo di libertà e di gioco, che poi era quello con cui pedalavamo da bambini.
Ciao a tutti
Ci sono due aspetti su cui riflettere:
1) la metodologia di allenamento
2) il senso da dare allo sport che si fa
Il fatto che si tenda ad allenarsi (sui rulli o in bici) secondo metodologie "moderne" non è di per sè da demonizzare. Misurare i propri effort e allenarsi seguendo certi metodi non è per forza un male anzi, secondo il mio punto di vista è una cosa positiva.
Quel che per il mio modo di essere è male, parlo sempre esprimendo la mia personale opinione che vale per me e non è detto valga per tutti, è ridurre OGNI USCITA ad allenamento, diventare dipendenti dai watt erogati, dalla cadenza di pedalata, dalla VAM, ecc.....
Cioè, io mi alleno alla fin fine per potermi godere la bicicletta al meglio, senza ammazzarmi di fatica sulle salite, senza morire oltre i 100 km, senza devastarmi in una GF. Detto questo, in parallelo agli allenamenti (indoor e outdoor) esistono anche uscite più tranquille, da fare più rilassati, gustandosi i panorami, la strada, i profumi, i rumori, la luce....anzi, devo dire che se non facessi anche uscite del genere la bici non mi piacerebbe più, tanto varrebbe fare solo i rulli. Se devo diventare schiavo ad ogni pedalata di quello che leggo sul Garmin allora la bici perde tutta la sua poesia. La soddisfazione di arrivare in cima ad una vetta ce l'hai indipendentemente dal tempo in cui la scali.
A Pasqua sono salito all'alpe di Colonno dal lago, una salita lunga, con gli ultimi 5 km tostarelli. Ero lassù, fermo a fare foto ai panorami e mi si accosta un'auto, il finestrino si abbassa e una coppia sulla sessantina, forse anche oltre, mi fa i complimenti per essere arrivato lassù in bici.
Ho sorriso, avrei voluto minimizzare, dire che ero salito pedalando bene ma tutto sommato senza ammazzarmi, ma poi mi sono detto "in fondo hanno ragione loro, queste cose che ho in testa sono una deviazione ciclistica, quel che conta davvero è essere qui, adesso, con la mia bici, a godermi questo spettacolo dopo una salita che per tanta gente che non pedala sembra difficilissima....a quale ritmo sono salito è solo un di cui".
Li ho ringraziati, forse loro pensavano li ringraziassi per il complimento ricevuto, in realtà li ho ringraziati perché mi hanno riportato al senso vero della bici...che è andare dove si vuole, con le proprie gambe e la propria fatica.
Qualche volta me lo dimentico, ma basta un panorama, o l'odore della legna bruciata nei camini delle case, o l'odore delle ginestre quando sono al mare, o anche solo due signori che mi fanno i complimenti con il sorriso sulle labbra, e tutto torna poesia e si torna in sella più volentieri.
Mi piace la bici, per il senso di libertà che regala, poi mi alleno, credo seriamente, per fare del mio meglio, faccio qualche gara e ci metto tutto me stesso, faccio qualche salita e provo magari anche a fare il mio miglior tempo, ma questo non vuol dire che perdo quel senso primitivo di libertà e di gioco, che poi era quello con cui pedalavamo da bambini.
Ciao a tutti
chapeau
e complimenti per l'ottima prestazione a Firenze
Bravo Paolone,
mi piace molto il tuo approccio, complimenti.
Uhe uhe uhe ... piano eh ... che qui stiamo rubando il titolo di "o' poeta" al buon [MENTION=18987]luxi[/MENTION] eh
Sempre grande il Paolone, anche quando ci delizia con le sue famigerate "due righe due" :-) :-) :-) :-)
Eh no, "o' poeta" è inarrivabile .
La prossima volta scrivo tre righe tre ahahahah....No dai, non spaventarti, ora come vedi scrivo poco poco sul forum....:-)
ciao cari cm, un'info tecnica, x fare il classico giro del triangolo partendo da un posto vicino ad annone, essendo scomparso il ponte che attraversava la ss36 dove conviene lasciare la macchina? x classico intendo annone/oggiono/ello/galbiate/pescate/onno/valbrona/asso/colma/nesso/bellagio/ghisallo e rientro
Ciao Marco ...
Guarda ... hai l'imbarazzo della scelta ...
Secondo me la cosa migliore è questa:
Esci dalla SS36 alla solita uscita di Annone e parcheggi nel solito parcheggio vicino alla rotonda e vai via liscio come sempre in bici
Al ritorno, invece di svoltare a destra alla rotonda di Suello, svolti a destra alla rotonda prima, quella di Bosisio Parini e fai questa strada:
https://www.google.com/maps/dir/45....94/@45.802605,9.3220022,17z/data=!4m2!4m1!3e0
e sbuchi sulla strada di Annone 300 metri prima del parcheggio da dove sei partito.
Quando hai intenzione di fare sto giro???
Se in questo weekend potrei farti compagnia per il primo tratto fino alla Colma (e ovviamente soltanto in pianura :-)) ... fammi sapere dai
ciao cari cm, un'info tecnica, x fare il classico giro del triangolo partendo da un posto vicino ad annone, essendo scomparso il ponte che attraversava la ss36 dove conviene lasciare la macchina? x classico intendo annone/oggiono/ello/galbiate/pescate/onno/valbrona/asso/colma/nesso/bellagio/ghisallo e rientro